la mia storia

Ciao! Mi chiamo Milena e sono la fondatrice di rosaSposa la prima sartoria in vetrina d’Italia.

Avevo 13 anni quando ho capito che volevo fare questo lavoro.

All’epoca mia madre cuciva abiti per bambini e io mi divertivo a prendere con le mani i pezzi cuciti seduta al lato opposto della macchina e a rifilare con un paio di forbicini.

La mia infanzia l’ho passata così: a guardare lei che lavorava in casa.

Crescendo però ho capito che volevo andare oltre e mi sono domandata: “Oltre, ma dove?”

Ho pensato allora che volevo diventare una stilista, convinta che bastasse solo il saper disegnare, dote innata che fortunatamente avevo.

A 14 anni mi sono iscritta in una scuola pubblica per modellista/figurinista.

Purtroppo però non ho avuto molto.

Ho sviluppato le nozioni di figurinistica, ma nulla di quello che era la parte più importante e cioè la modellistica.

Nel frattempo la vita andava avanti ed io dovevo portare a casa uno stipendio.

Ho fatto quindi tanti lavori: la guardarobiera in una discoteca, la disegnatrice di pupazzi, l’operaia in un astuccificio …

Ma non sopportavo di rinunciare al mio sogno: a 18 anni mi sono iscritta ad un corso di modellistica privato.

Il sabato a scuola, durante la settimana al lavoro e alla sera lo studio del corpo umano in chiave grafica.

I sacrifici vengono sempre ricompensati.

Ed ecco che prima della fine del corso un’azienda bolognese di prestigio mi offrì un posto di aiuto modellista.

Rimasi 7 lunghissimi anni durante i quali non mi sono risparmiata.

La mia passione era diventata un lavoro e questo l’ho sempre ritenuto un privilegio: ero a contatto con gli stilisti, parlavo con loro, mi consegnavano un figurino che io traducevo in un capo.

Abito su abito, nascevano così le collezioni.

Gli anni passavano e la mia esperienza aumentava, al punto che era diventato normale per me gestire anche reparti di sessanta persone.

All’età di 23 anni decidemmo io e Giovanni che ci saremmo sposati.

Come tutte le ragazze del mondo incominciai la ricerca del mio abito da sposa.

Presi quindi due appuntamenti presso altrettanti atelier della mia città.

Al primo andai molto incuriosita ma l’impatto fu deludente: mi proposero una serie di abiti imbarazzanti, non solo completamente demodé, ma addirittura al di fuori dal tempo con improbabili tessuti che valevano 10 lire al metro e tagli obsoleti.

Uscii dicendomi che avevo perso tempo.

Andai quindi al secondo appuntamento, la proprietaria mi accolse senza nemmeno un sorriso. La freddezza dello sguardo con cui fu condotto questo momento non lo potrò mai dimenticare.

Mi fecero indossare un solo abito che si avvicinava già di più il mio gusto, ma constatai che non era lui.

La titolare mi guardava dall’alto al basso e mi fece capire chiaramente che non voleva darmi spazio per prolungare la prova.

Uscii pensando che non gli avrei comprato neanche uno spillo e in quel momento ebbi una grande intuizione:

il mio abito da sposa lo avrei fatto io.“

In un attimo l’ho disegnato.

“Sì era lui!”

Ho comprato 10 metri di Taffetas di Seta, 5 metri di Pizzo Chantilly, ed eccolo:

“Con lui mi sono sposata!“

Il mio Abito da Sposa

Iniziò un fortunato passaparola e incominciai a vendere abiti da sposa ad alcune clienti, ma nel frattempo continuavo a lavorare anche in azienda.

Presto mi trovai di fronte ad un bivio: continuare a progettare e produrre abiti da sposa, oppure continuare a crescere in azienda? Scelsi a malincuore la seconda.

Il mio matrimonio
Gli Auguri dal Sig. Ferrè

Al compimento del mio trentesimo anno di età si affacciò la grande occasione nella persona del Signor Gianfranco Ferrè.

Sono diventata una sua coordinatrice, mi sono state affidate le collezioni uomo e donna maglieria e tessuto.

Sono rimasta con il Signor Ferrè cinque bellissimi anni.

Sono passati come un fulmine: da lui ho imparato cosa è l’Haute Couture e ho vissuto in prima linea la nascita, lo sviluppo, le collezioni e infine le sfilate a Milano.

“Il mio lavoro era passato dalla passione all’amore puro!”

Quando il mio rapporto di lavoro con la Ferrè si è concluso ho continuato il cammino con altre aziende e altri stilisti: Gianni Versace, Antonio Marras, Victor Bellaish…

Finché dopo 22 anni di lavoro, avendo dato molto e avuto tanto, ho percepito che mancava ancora un pezzo nel puzzle della mia vita professionale …

Un giorno, mentre mangiavo una pizza con dei colleghi, la mia mente ritornò al mio abito da sposa.

“Sì, ecco cosa mi mancava!”

“Il contatto con le mie spose, il rapporto di complicità che avevo sempre cercato con loro, la loro gioia nel provare l’abito da sposa, i loro abbracci calorosi…”

Ecco avrei aperto una sartoria di abiti da sposa, avrei promesso loro un esperienza bellissima, avrei toccato di nuovo con le mani le bianche Sete ed i Pizzi Chantilly…

Avrei dato loro quello che non è stato dato a me: la gioia e la serenità di aver trovato una persona seria che mi avesse accompagnato fino al giorno del matrimonio.

Nacque così rosaSposa.

Era l’anno 2005.

Sollevai la serranda della vetrina e dietro non c’era niente, ma io vedevo già la mia sartoria piena di bellezza!

“Ancora oggi la vedo quella bellezza, la vedo negli occhi sorridenti delle mie ragazze!“

Milena di rosaSposa